on HER own
installazione per un corpo solo
di e con: Olivia Giovannini
Fra danza contemporanea e performance, il progetto on HER own sviluppa una serie di installazioni site-specific nate dal connubio tra testi riguardanti figure femminili appartenenti alla storia o alla mitologia – tratti da “Le nozze di Cadmo e Armonia” di R. Calasso – e luoghi che ne permettono simbolicamente una rievocazione.
Nelle performance non si narra la storia di queste donne ma viene rivissuta la loro estrema solitudine interiore: attraverso un corpo femminile esposto crudamente e crudelmente solo, a contatto, via via, con la terra, l’acqua del mare o materiali quali metallo, plastica, marmo, argilla e altro, si scatenano emozioni che risuonano insieme all’intimità di chi osserva. L’analisi fatta da Carla Subrizi nel saggio “Azioni che cambiano il mondo” circa le opere di artiste che, in varie forme ed epoche, hanno messo in campo il corpo, è stata una fonte di riflessione e ispirazione per la sostanza del progetto: il dolore o la follia, la paura e l’angoscia non vengono messi in scena ma fatti emergere nella relazione con lo sguardo dell’altro. Le performance sono pensate come tramiti di esperienze che non appartengono soltanto ad una storia personale ma a una storia stratificata e complessa nella quale molte altre persone possano riconoscersi o restituire qualcosa di sé. E’ necessario, affinché un processo di comunicazione si compia, che dall’altra parte, dalla parte di chi guarda, avvenga qualcosa. La narrazione è intersoggettiva (Carla Subrizi, “Azioni che cambiano il mondo. Donne, arte e politiche dello sguardo”, Milano, Postmedia, 2012).
Il progetto contiene installazioni che nascono in totale interazione con gli spazi dove vengono realizzate: l’incontro tra testo, corpo e ambiente offre la possibilità di ricreare l’emotività delle figure femminili scelte attraverso un lavoro prevalentemente astratto e visivo.
on HER own è da intendersi come un progetto in progress che prevede sia l’elaborazione delle installazioni già esistenti che l’ideazione di altre performance site-specific su nuovi frammenti di testo.
ARIANNA
di e con: Olivia Giovannini
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Teseo abbandona Arianna non per una qualche ragione, o per un’altra donna, ma perché Arianna esce dalla sua memoria, in un momento che è tutti i momenti. Quando Teseo si distrae, qualcuno è perduto. […]. E il luogo dove Arianna rimane diventa, una volta per sempre, il paesaggio dell’amore abbandonato. […] E’ una spiaggia, battuta da onde fragorose, un luogo astratto […]. E’ l’isola che nessuno abita, il luogo dell’ossessione circolare, da cui non vi è uscita. […] Questo è un luogo dell’anima…
La Terrazza del Fuoco, situata a picco sul mare nel meraviglioso parco della Bogliasco Foundation, offre lo spazio ideale in cui ricreare il senso di assoluta solitudine presente nell’anima di Arianna, abbandonata da Teseo “nell’isola di Nasso. Non più la casa dove si è nati, non certo la casa dove si sperava di essere accolti, e neppure un paese intermedio” ma un lido deserto e lontano da tutto. Lo sguardo del pubblico proviene dall’alto della terrazza soprastante e lascia, così, la performer sola nel rivivere emotivamente questo “luogo dell’ossessione circolare”, reso ancora più evidente come tale da veli di plastica che, amplificando le spirali create dal vento, coprono e scoprono un corpo annichilito dall’abbandono.
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per DanzaReTeatro
rassegna a cura di ReteDanzaContempoLigure in collaborazione con The Bogliasco Foundation c/o The Bogliasco Foundation – Genova
maggio 2013
www.facebook.com/danzacontempoligure
www.bfny.org
VIDEO: www.vimeo.com/75654440
PRESS:>> “[…] The two most ingenious usages of the landscape came from performers who had the audience watch from terraces above. In ‘on HER own’ a near-naked Olivia Giovannini lay on a metal table half covered in billowing plastic sheets, twisting sculpturally as the gray sea churned behind. In “Mare Dentro,” Demian Troiano Hackman first writhed on the grass, then hurled himself repeatedly toward the railing separating him from a long drop […]” Roslyn Sulcas from Dance in the Birthplace of Pesto on International Herald Tribune – the global edition of the New York Times May 28, 2013 www.rendezvous.blogs.nytimes.com/2013/05/28/dance-in-the-birthplace-of-pesto/?_r=0
>>“[…] Usciti dallo chalet, torniamo a guardare verso il basso dove, avvolta in un mantello rosso, Olivia Giovannini, immobile, scruta il mare. Accanto a lei solo un tavolo di metallo circondato da veli di nylon. Il titolo è ‘on HER own’: nuda, la performer è una scultura che si muove sulla scia delle onde che si frangono sugli scogli pochi metri sotto. Nel campo visivo del pubblico si staglia, inscindibile dalle rocce, una donna che attende, Arianna che attende Teseo. Si tratta di una visione, una bella visione, ma il percorso continua e siamo costretti a risalire […]” Gaia Clotilde Chernetich e Diego Pizzorno da Bogliasco, dove la danza trova l’America in L’aringa critica – l’osservatorio critico ligustico 30 maggio 2013 www.aringacritica.wordpress.com/2013/05/30/bogliasco-dove-la-danza-trova-lamerica
PHOTOS COURTESY OF:
Marco Pezzati / www.marcopezzati.it
Alessandra Cavalli
Francesco Mancini[nggallery id=15]
AURA
di e con: Olivia Giovannini
[nggallery id=95]Dioniso […] sentì nostalgia di un corpo imprendibile. […] Continuava a fantasticare di una donna forte e sfuggente, capace di colpirlo quanto egli stesso fosse capace di colpire lei. […] E sapeva già che lo avrebbe fuggito. […] Mai si era visto così disarmato. […] Perché (però poi) abbandonava tutte le donne? […] Aura cercava una fonte. […] si stese all’ombra di un vasto albero. […] Scalzo, silenzioso, Dioniso si avvicinò. […] Aura dormiva ancora, in una tiepida ebbrezza […]. Era un corpo abbandonato, assopito sulla terra nuda, ma la terra stessa ondeggiava per celebrare le nozze e la chioma […] era scossa dall’Amadriade.
Il giardino di Palazzo Bianco accoglie la storia di Aura, che beve alla fonte in cui Dioniso ha trasformato l’acqua in vino e poi si addormenta sotto la chioma di un grande albero; lì viene posseduta con l’inganno dal dio, strisciante ed impalpabile come il velo di plastica utilizzato dalla performer per rendere un corpo violato metafora di un’interiorità femminile saccheggiata. Lo sguardo del pubblico è volutamente vicino, trasformandosi, così, da semplice testimone dei resti di una violenza subdola ad elemento che contribuisce ad essa attraverso l’atto dello stare a guardare questo “corpo abbandonato […] sulla terra nuda”.
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per Cre.Sta – festival di creatività stanziale
c/o Palazzo Bianco – Genova
a cura di ReteDanzaContempoLigure in collaborazione con Arbusti
luglio 2013
www.facebook.com/danzacontempoligure
www.arbusti.org
VIDEO: //www.vimeo.com/75656268
PHOTOS COURTESY OF:
Marco Pezzati / www.marcopezzati.it
Giulia Ferrando / www.facebook.com/giuliaferrandophotographer
Ilaria Caprifoglio / /be.net/ilariacaprifoglio
Laura Milone
Stefania Volonghi
Emanuela Fava[nggallery id=16]
UN DIO NON E’ PRESENZA COSTANTE
di e con: Olivia Giovannini
site-specific: OPIEMME
> www.opiemme.com
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Io, Telefassa, Europa, Argiope, Pasifae, Arianna, Fedra. Questi nomi ci parlano di un volto largo, purissimo, splendente, che rischiara da lontano, che rischiara tutti, come la luna. Pallide e vaste figure, tremende, solitarie, cupe e desolate, amanti fatali, misteriose, condannate […]. Che sarà di voi? Quali saranno i vostri destini? Dove potranno celarsi i vostri temibili amori? Quali terrori, quali pietà ispirate, quali tristezze immense e stupefatte risvegliate nell’essere umano chiamato a contemplare tanta sventura?
L’incontro con il lavoro site-specific di Opiemme, artista che esplora il territorio di confine tra poesia e immagine, conduce ad una serie di donne della mitologia greca, amanti di Zeus, i cui nomi sono diventati quelli di alcune lune di Giove in astronomia, “vaste figure, tremende, solitarie, cupe […] amanti fatali […] condannate ”. La messa in gioco corporea della perfomer si dipana nell’arco di due intere giornate, nel tentativo di abitare un tempo lungo di desolazione legato al destino di “Io, Telefassa, Europa, Argiope, Pasifae, Arianna, Fedra”. Mimetizzata tra la cornice del settecentesco portale di Giacomo Gaggini, a Palazzo Rosso, e il disegno sul “muro” di plastica realizzato da Opiemme, la performer sta seduta sul marmo freddo, segna lo spazio con gesti rivolti ad una presenza assente, offre a tratti solo parti di sé attraverso le fessure create appositamente nel disegno. Questo a significare che Un dio non è presenza costante – frase che emerge dall’opera di Opiemme e che rende diretta l’emozione al centro della performance. Diventa, così, visibile l’essenza di quel dio, Zeus, che ama per un attimo di capriccio e subito si distrae ed abbandona (meccanica sentimentale diffusa nella velocità e incertezza del nostro egogentrico oggi).
OPIEMME:
Opiemme esplora il territorio di confine tra poesia e immagine, dove la parola è libera di trasformarsi in segno grafico arricchendosi di nuovi significati – da leggere, da guardare. La poesia diventa segno con cui tracciare nuove immagini. Le immagini diventano parole con cui comporre nuova poesia.
Opiemme vive e lavora a Torino.
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per Rolli days – DANZA
c/o Palazzo Rosso – Genova
a cura di ReteDanzaContempoLigure in collaborazione con Artu
settembre 2013
www.facebook.com/danzacontempoligure
www.associazioneartu.it
VIDEO: //www.vimeo.com/76321740
PRESS:
La pittura di Opiemme su un “muro di plastica”, che verrà posizionato nella cornice del portale di Giacomo Gaggini, “commenterà” il lavoro della performer Olivia Giovannini, permettendole di evocare la serie di donne della mitologia greca, amanti di Zeus, i cui nomi sono diventati quelli di alcune lune di Giove in astronomia, e descritte da Roberto Calasso in “Le nozze di Cadmo ed Armonia”, testo da cui trae ispirazione.
www.artribune.com/dettaglio/?type=event&id=26814
PHOTOS COURTESY OF:
Marco Pezzati / www.marcopezzati.it
Giulia Ferrando / www.facebook.com/giuliaferrandophotographer
Sara Spallarossa / www.saraspallarossa.it
Donato Aquaro / www.donatoaquaro.net
Francesco Mancini
Luigi Fogliati
Martina Serra
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CALIPSO
di e con: Olivia Giovannini
paesaggio sonoro: Modus
www.soundcloud.com/modusperiod
abito: Davide Francesca
http://www.redcarpetcakedesign.it
graphic by: Simona Cova – R&P informatica (photo courtesy of: Anna Maria Guglielmino)
www.rpinformatica.com
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Nessuna fu mai solitaria come Calipso. Dalla soglia della sua caverna,
sull’isola di Ogigia, guardava le onde violette, sapendo che gli altri dèi non la cercavano.
Dietro di sé, udiva sobbollire nel profondo il gorgo che eruttava acqua alla superficie […].
La distanza di Calipso dal mondo non si misurava soltanto sul dorso immenso delle acque,
ma innanzitutto nel tempo […]. Ogigia era un luogo per conoscere, non per vivere.
Calipso appare dalle onde e scompare in un bozzolo di mancanza, diventando il corpo metafora di una solitudine interiore estrema – un luogo per conoscere, non per restare. La distanza di Calipso dal mondo è sopratutto una condanna temporale fatta di amori che non dureranno mai. Il mare è l’orizzonte emotivo di Calipso: il paesaggio sonoro della performance è stato realizzato grazie a registrazioni originali di ambientazioni marine ri-elaborate in studio dal compositore elettronico MODUS.
MODUS:
Fra techno e natura, casualità e sequencer, ritmi decisi e voci parlate: questo e’ sostanzialmente MODUS, da sempre dedito alla ricerca ed allo studio in ambito musicologico. Già membro del collettivo genovese Wo Land capitanato da Mass Prod, la musica di MODUS si muove tra differenti forme e stili, incentrati in una sorta di elettronica sacrale ed estremamente narrativa.
L’amore per gli strumenti elettronici e la curiosità nello scoprire nuovi mondi compositivi sono le fondamenta del suo percorso sonoro, che tenta di proporre in ogni performance live.
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per TRACCE DI MARE – mostra fotografica di Anna Maria Guglielmino
c/o Galata Museo del Mare – Genova
settembre 2015
www.galatamuseodelmare.it
VIDEO: www.vimeo.com/140758761
Grazie a Emotions-tecnologie per lo spettacolo di Andrea Mocce:
www.emotionsevents.it
PHOTOS COURTESY OF:
Giulia Ferrando / www.facebook.com/giuliaferrandophotographer
Sara Spallarossa / www.saraspallarossa.it
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per festival ATTRAVERSAMENTI MULTIPLI di Margine Operativo
> www.facebook.com/margine.operativo
c/o Centrale Preneste Teatro – Roma
ottobre 2016
www.attraversamentimultipli.it
www.facebook.com/attraversamentimultipli
www.attraversamentimultipli.it/calipso
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PHOTOS COURTESY OF:
Giulia Ferrando / www.giuliaferrando.it
[nggallery id=116]
PHOTOS COURTESY OF:
Carolina Farina / www.facebook.com/OohCarolee
Alice Fadda / www.facebook.com/aliceponi
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PRESS:>www.attraversamentimultipli.it/blog/calipso-in-eterno-viaggio
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PHOTO SHOOTING
c/o Piani D’Invrea – Varazze (SV)
29 agosto 2018
by day
PHOTOS COURTESY OF:
Giulia Ferrando / www.giuliaferrando.it
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Marco Pezzati / www.marcopezzati.it
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by night
PHOTOS COURTESY OF:
Giulia Ferrando / www.giuliaferrando.it
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Marco Pezzati / www.marcopezzati.it
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CORE p.te 1 – guardare il guardare
di e con: Olivia Giovannini
paesaggio sonoro: Modus
www.soundcloud.com/modusperiod
abito: Matteo Brizio, Giulia Gaborardi
www.facebook.com/matteo.brizio.studio
grafica: Simona Cova – R&P informatica
www.rpinformatica.com
Grazie a Davide Francesca
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In una prateria solcata dall’acqua […] avvenne il ratto di Core. Quando apparve Ade, Core stava guardando il narciso. Guardava il guardare. Stava per coglierlo. Allora Core fu rapita […].
Core non significa soltanto ‘fanciulla’ ma anche ‘pupilla’: Core, la pupilla, era sulla soglia di uno sguardo in cui avrebbe visto se stessa […]. Ma irruppe Ade. Per un attimo, lo sguardo di Core dovette distogliersi dal narciso e incontrarsi con l’occhio di Ade. La pupilla della Pupilla fu accolta da un’altra pupilla, in cui vide se stessa. […] Riconobbe nell’occhio che guarda se stesso l’occhio di un altro […]
Core (la ‘pupilla’) è presa dalla propria immagine riflessa nello specchio – sta conoscendo se stessa – quando lo sguardo di Ade (l’estraneo) la “rapisce” portandola a comprendere che mentre accogliamo l’altro nei nostri occhi possiamo scoprirci guardandoci in lui.
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per festival ATTRAVERSAMENTI MULTIPLI #Genova 2017
residenze artistiche + performance site specific attraversando i luoghi della Libera Collina di Castello
maggio 2017
un progetto di Margine Operativo
> www.margineoperativo.netin network con Balletto Civile – Teatro Della Tosse – Rete DanzaContempoLigure
realizzato con il sostegno della Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando “ORA! Linguaggi Contemporanei Produzioni Innovative” e della Fondazione Carige.
www.attraversamentimultipli.it
www.facebook.com/attraversamentimultipli
www.attraversamentimultipli.it/artisti/on-her-own
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PHOTOS COURTESY OF:
Giulia Ferrando / www.giuliaferrando.it
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PHOTOS COURTESY OF:
Alessandra Cavalli
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PRESS:
“La modalità di interazione tra il luogo e le performance site-specific sembra trovare una felice interazione, espressa da chi, contrastando la staticità identitaria, artistica e spaziale, si concede la gioia del disordine comunitario”
Lo sguardo di Giulia Muroni / Teatro e Critica sull’ evento del 19 maggio di Attraversamenti Multipli #Genova 2017 e le performance di Olivia Giovannini, Salvo Lombardo, Santasangre Santasangre, Davide Francesca, Margine Operativo + Truba Pirates + Francesca Lombardo
>www.teatroecritica.net/2017/05/attraversamenti-multipli-a-genova-site-specific-e-comunita-nella-collina-di-castello
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CORE p.te 2 – accogliere un’altra pupilla
di e con: Olivia Giovannini
ricerca sonora: Francesca Lenzi
graphic by: Simona Cova – R&P informatica
www.rpinformatica.com
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In una prateria solcata dall’acqua […] avvenne il ratto di Core. Quando apparve Ade, Core stava guardando il narciso. Guardava il guardare. Stava per coglierlo. Allora Core fu rapita […].
Core non significa soltanto ‘fanciulla’ ma anche ‘pupilla’: Core, la pupilla, era sulla soglia di uno sguardo in cui avrebbe visto se stessa […]. Ma irruppe Ade. Per un attimo, lo sguardo di Core dovette distogliersi dal narciso e incontrarsi con l’occhio di Ade. La pupilla della Pupilla fu accolta da un’altra pupilla, in cui vide se stessa. […] Riconobbe nell’occhio che guarda se stesso l’occhio di un altro […]
Core p.te 2 è un gioco tra i passanti invitati ad interagire tra loro utilizzando piccoli specchi portatori di messaggi: dalla prima alla seconda parte la performance diventa, così, uno scambio di sguardi a specchio, simbolo di un passaggio da sé alla relazione con gli altri.
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per festival ATTRAVERSAMENTI MULTIPLI di Margine Operativo
> www.margineoperativo.net
c/o Centrale Preneste Teatro – Roma
ottobre 2016
www.attraversamentimultipli.it
www.facebook.com/attraversamentimultipli
www.attraversamentimultipli.it/core[nggallery id=117]
PHOTOS COURTESY OF:
Giulia Ferrando / www.giuliaferrando.it
1
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2
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PHOTOS COURTESY OF:
Carolina Farina / www.facebook.com/OohCarolee
Valeria Collina / www.valeriacollina.it / www.facebook.com/Valeria-Collina-377144989015758
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PRESS:>www.attraversamentimultipli.it/blog/la-maledizione-dello-specchio
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per festival Attraversamenti Multipli #Genova 2017
residenze artistiche + performance site specific attraversando i luoghi della Libera Collina di Castello
maggio 2017
un progetto di Margine Operativo
> www.margineoperativo.netin network con Balletto Civile – Teatro Della Tosse – Rete DanzaContempoLigure
realizzato con il sostegno della Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando “ORA! Linguaggi Contemporanei Produzioni Innovative” e della Fondazione Carige.
www.attraversamentimultipli.it
www.facebook.com/attraversamentimultipli
www.attraversamentimultipli.it/artisti/on-her-own/
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PHOTOS COURTESY OF:
Mattia Giandomenici
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PRESS:
>www.teatroecritica.net/2017/05/attraversamenti-multipli-a-genova-site-specific-e-comunita-nella-collina-di-castello